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Mondo Scritti

Ode 3 L’ecologista non-pacifista

«Ma non avete idea» continua l’ecologista non-pacifista, rivolto ai tre zingari.
«Queste bottiglie della Guizza che avete lanciato nel sottobosco si decomporranno tra quattromila anni. Certo, dopo aver liberato nel sottosuolo milioni di microplastiche…»
Lo zingaro più vicino a lui si accende una sigaretta, guardandolo con interesse pieno di grinze, seduto sul telone di plastica sotto il piccolo olmo verdino.
«Avete idea di cosa possono fare, queste microplastiche, nel terreno? Un’ecatombe di lombrichi, di grillo talpa, di altre mille insetti, anellidi nematodi e chi ne ha più ne metta. Se li magnano, muoiono. Oppure, peggio, tra un po’ qualcuno ci coltiva pomodori bio e noi ci mangiamo microplastiche. E zac, tutte nel fegato.»

La seconda zingara lo fissa, gli occhi deturpati da settant’anni di nicotina tutta incancrenita attorno agli occhi un tempo verdi, ora giallognoli. Il terzo zingaro raduna altre bottiglie Guizza, foglie dell’autunno precedente e rami secchi, apparentemente non accortosi della presenza dell’ecologista non-pacifista. Avrebbe dovuto accorgersi di lui; almeno, dell’aggettivo non-pacifista.
«e tu che fai, accendi un bel fuoco alla diossina? Ma lo sai quanto è cancerogeno? Non lo sai che la sua cancerogenicità arriva a centinaia di metri di distanza? Arriva pure ai cortili delle nostre scuole! E lo sai che quest’inverno abbiamo sforato quindici volte i limiti delle poveri sottili in città? E tu che fai, lo accendi?
Lo zingaro numero 3 accende il fuoco. Casualità o meno, contemporaneamente il buio inizia a scendere, come se avesse in mano l’interruttore del crepuscolo. Presto una nebbiolina biancastra inizia a coprire, come un velo, il prato verdone-violaceo.
«Siete… pazzi! Avvelenatevi voi, ma evitate di avvelenate noi, la biosfera, l’ecosistema! Avete pure tagliato questi giovani frassini! Ma non lo sapete che sono piante autoctone? Sapete quanta CO2 possono assorbire in un anno? Siete scellerati, inquinatori… siete complici dei disboscatori dell’Amazzonia!»
Tira fuori la pistola dalla tasca, spara tre colpi, rimette la pistola nel giubbotto, cammina sereno verso casa. Anzi, non ancora del tutto sereno: posta su facebook le foto delle bottiglie Guizza, del fuoco clandestino e dei moncherini-frassini deturpati. Ora è sereno.

CCB